Mi chiamo Barbara, ho 36 anni e sono alla mia prima gravidanza. Ero convinta di voler partorire spontaneamente, ma adesso ho tanti dubbi: meglio partorire naturalmente o con taglio cesareo?
Cara Barbara, se fosse vissuta prima degli anni ‘60 il dubbio non sarebbe esistito. Il taglio cesareo era un evento eccezionale e per nulla piacevole: tempi chirurgici lunghi (60-90 minuti), anestesia generale, allettamento e digiuno prolungati, degenza media di una settimana e cicatrice antiestetica. Con l’affinamento di terapie mediche e tecniche chirurgiche e avvento dell’anestesia locale (“spinale”), lo scenario è cambiato.
Oggi il taglio cesareo ha tempi medi di 30-45 minuti, l’anestesia locale si risolve in circa 3 ore, risultati estetici invidiabili (cicatrice piccola, orizzontale e al di sotto del segno del costume). Entrambe le modalità di parto comportano rischi e complicanze associate.
Il parto cesareo, rispetto a quello vaginale, sembra ridurre il rischio di sviluppare incontinenza urinaria nel futuro. Ma essendo un intervento chirurgico, sussistono i rischi generici legati all’atto operatorio: infezioni, emorragie, lesioni accidentali di organi vicini (vescica, ureteri), rischi anestesiologici, etc. Secondo l’Istituto superiore della Sanità, complicanze quali dolore addominale, lesione ureterale, rischio infezioni, rottura d’utero in successiva gravidanza, sono associate al taglio cesareo in percentuali maggiori che al parto fisiologico.
Anche per quanto riguarda la salute del bambino, esistono rischi per entrambe le procedure. In caso di posizione podalica (piedi e/o natiche giù), il cesareo ha un effetto protettivo. Mentre è stato dimostrato che i nati da parto naturale mostrano minor tendenza a sviluppare infezioni respiratorie, gastrointestinali e genito-urinarie. La contrazione uterina, mediante stimolazioni neurologiche fetali, contribuisce ad attivare meccanismi come quelli respiratori neonatali e di resistenza agli stress..
Con il consenso informato, la futura mamma può decidere tra parto naturale e taglio cesareo. Ma il medico può rifiutarsi.
A volte il parto cesareo è una precisa richiesta della futura mamma. In quel caso, come ci spiegano i giuristi, non tutti i medici sono favorevoli. Codici alla mano, alcuni di loro si rifiutano di eseguire questa pratica se non la ritengono necessaria. Altri, invece, ritengono che scegliere il parto cesareo sia un diritto della mamma.
Chi la vince? L’interpretazione giuridica ritiene che disporre del proprio corpo per decidere di partorire con taglio cesareo sia un atto lecito. La futura mamma deve comunque essere informata sui rischi che corre. Di fronte ad una gravidanza non complicata e ad un parto che si presenta nella normalità, la scelta del parto spontaneo è quella maggiormente consigliabile, nonostante il dolore.
Quando si deve fare il parto cesareo?
- dimensioni del bacino della donna e quelle del bambino sproporzionate;
- nascituro in posizione sfavorevole;
- quando il bambino nasce prematuro e potrebbe soffrire durante un parto naturale;
- dilatazione non sufficiente, nonostante contrazioni spontanee o somministrazione di farmaci;
- presenza di fibroma, cisti ovariche o una placenta che blocca l’uscita del bambino per via vaginale;
- quando la gravidanza deve essere interrotta prima del termine per rischio di vita della mamma o del bambino (emorragie, sofferenza fetale grave, nascita gemellare, ecc.).